13.2.09

"Brera restò di sasso"

_"Giacomo? Un grande giocatore, un amico, un signore". Qual è stata la palla più bella che le servì? "Ah, non ho dubbi: quella del gol all'Inter con Burgnich in volo su di me...". Ezio Pascutti, bomber di quel Bologna che "tremare il mondo" faceva chiede venia. "Non ho voglia di parlare, è una brutta giornata". Ma di quel cross basso e scomodo che lo ha trasformato in un'icona -grazie allo scatto di Maurizio Parenti- vuole ancora ringraziare il capitano. "Sì, proprio suo quell'assist. Non era un grande crossatore Giacomo, era bassa quella palla, ma è andata bene". 4 dicembre 1966, detta il fotoreporter e storico della fotografia locale Luciano Nadalini, anima dell'Ufo, Unione fotografi organizzati. Due anni dopo lo scudetto vinto con l'Inter. C'è sempre l'Inter all'allora stadio Comunale, e i rossoblù vincono ancora, 3-2. Quel giorno il suo personale scudetto lo vince Maurizio Parenti, 30 anni a far foto per l'Ansa, fino al 1994. Bulgarelli attacca da sotto la torre di Maratona, dove stanno i distinti, proprio verso la curva Andrea Costa. La mette in mezzo, Pascutti incrocia e brucia sul tempo la "roccia", come era chiamato Burgnich. Gianni Brera alla fine dirà che Pascutti aveva segnato perchè il terzino interista non lo aveva marcato a dovere. "Ma quando gli ho fatto vedere la foto è rimasto di sale", racconta oggi Parenti, che con quello scatto vinse il premio 'Facci' e una miriade di pubblicazioni. Quando il Bologna vinceva gli scudetti, si lavorava senza motori e senza digitale. Non c'era salvezza senza fortuna e dito svelto. Walter Breveglieri scattò di lato. Non buona. Il giovane Giorgio Comaschi, racconta ancora Parenti, fece il suo tentativo. Mossa. "Io ero dietro la rete, allora ci si poteva ancora stare. E andò bene". Parenti conferma le parole di Pascutti. "Ha ragione Ezio. Il crossatore non era Bulgarelli. Era Perani. Ma quel gol nacque da un cross teso e basso, era uno schema. Pascutti aveva già fatto un gol simile a Milano, sempre con l'Inter, un anno prima". Come in ogni delitto che si rispetti -per fortuna calcistico- oltre al carnefice diventò famosa anche la vittima: Tarcisio Burgnich. Disse la "roccia" qualche anno dopo: "Eh, sì, Pascutti me l'ha fatta. Pensa: io avevo capito che il cross sarebbe piovuto dalle nostre parti e siccome Ezio lo conosco bene, mi sono buttato in tuffo prima di lui, per anticiparlo. Sono in volo e intravvedo un fulmine che mi sfreccia... sotto, sento lo splash della pelata di Ezio che incoccia il cuoio del pallone, gol. Ero scattato per primo, sono arrivato secondo... Un gol così poteva segnarlo soltanto un campione come Ezio. In fondo, mi ha fatto perfino piacere che gli sia riuscita una prodezza del genere".

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